Oleaceae

Oleaceae Hoffmanns. & Link, 1809 è una famiglia di piante spermatofite dicotiledoni appartenente all’ordine delle Lamiales.
Il nome della famiglia deriva dal suo genere tipo Olea L., 1753 che risale inizialmente al greco “élaia” e successivamente al nome latino per l’albero dell’olivo, conosciuto fin dall’antichità come simbolo di pace e di buona volontà. Il nome scientifico della famiglia è stato definito da Johann Centurius Hoffmannsegg (Dresda, 23 agosto 1766 – Dresda, 13 dicembre 1849) botanico, entomologo ed ornitologo tedesco e da Johann Heinrich Friedrich Link (Hildesheim, 2 febbraio 1767 – Berlino, 1º gennaio 1851) biologo, botanico e naturalista tedesco nella pubblicazione “Flore Portugaise ou description de toutes les plantes qui croissent naturellement en Portugal. Berlin – Fl. Portug. [Hoffmannsegg] 1: 62. 1809” del 1809.
Il portamento delle specie di questa famiglia è arbustivo o arboreo (piccoli alberi); raramente è erbaceo. Le forme biologiche prevalenti sono fanerofite cespugliose (P caesp), ossia piante perenni e legnose (alte diversi metri), con gemme svernanti poste ad un’altezza dal suolo maggiore di 30 cm con portamento cespuglioso (= molto ramoso) e fanerofite arboree (P scap), ossia piante legnose con portamento arboreo e gemme poste ad altezze dal suolo superiori ai due metri. Sono presenti sia specie spinescenti che inermi. Spesso i rami hanno una sezione quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici. Sono presenti glicosidi fenolici e composti iridoidi.
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto, sono sempreverdi o decidue e sono picciolate (in alcune specie i piccioli sono articolati – Jasmineae). La lamina è semplice con forme da ellittiche o lanceolate a ovato-cuoriformi, oppure è trifogliata o anche pennata (in Jasminum e Fraxinus sono composte). I bordi sono interi, dentati o più raramente seghettati. La consistenza può essere sia membranosa (Fontanesieae) che coriacea. Non sono presenti stipole.
Le infiorescenze sono del tipo agglomerato, cimoso-panicolato, fascicolato, racemoso o decussato con portamento terminale o ascellare. In alcune specie sono presenti delle brattee da lineari a lanceolate. I fiori possono essere sia pochi (3) che molti o anche singoli o riuniti in fascetti di 3 – 6. L’infiorescenza in alcune specie compare prima delle foglie (Forsythieae).
I fiori sono ermafroditi o unisessuali (Fraxinus), attinomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e tetrameri (ogni verticillo ha 4 elementi). In alcune specie manca a volte il calice o la corolla (sono allora fiori “nudi”). I fiori hanno dei meccanismi genetici o di altro tipo (come l’eterostilia) che impediscono l’autofecondazione (Oleeae, Forsythieae e Jasmineae). In Fontanesieae i fiori sono profumati.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale: * K (4), [C (4), A 2], G (2), supero, drupa/capsula/samara/bacca.
Il calice è gamosepalo a forma campanulata, piccolo con 4 lobi (8 lobi in Nyctanthes) sia brevi (simili a denti) che oblunghi. In alcuni casi è ridotto o può anche mancare (Oleeae). In Forsythieae è persistente.
La corolla è gamopetala (in Fraxinus è dialipetala), glabra e con forme più o meno da cilindriche a imbutiformi o urceolate. Termina con 4 lobi valvati o a forma di cappuccio, a volte embricati. In Jasmineae i lobi sono 4, 5, 6 fino a 12. In alcune specie i petali a coppie sono uniti alla base dei filamenti staminali (Oleeae). A volte la corolla è assente oppure può essere ruotata. Il tubo corollino in genere è corto; in alcune specie è del tipo ipocrateriforme: un lungo tubo terminante con lobi patenti. La consistenza può essere anche cartacea. Il colore della corolla è bianco, giallo, lillacino, ma anche rosso, rosa o viola.
L’androceo è formato da 2 stami (o 4 in alcuni casi) inclusi e adnati al tubo della corolla; possono essere sporgenti dalla corolla. Le antere sono formate da due teche con deiscenza longitudinale. Il polline è tricolpato.
Il gineceo è bicarpellare (sincarpico – formato dall’unione di due carpelli) ed ha un ovario supero, biloculare con 1, 2, 3 o 4 ovuli penduli per loculo. Gli ovuli sono provvisti di un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell’ovulo, ridotta a poche cellule). La placentazione è assile. Lo stilo è unico e termina con uno stigma capitato o con due stigmi. Il disco nettarifero spesso è presente.
Il frutto è una drupa (Olea) oppure una samara appiattita con una unica ala terminale (Fraxinus), oppure una bacca (Ligustrum, Jasminum) oppure una capsula loculicida legnosa (Forsythia). In genere il mesocarpo è carnoso, oleoso e l’endocarpo è duro. La forma del frutto è ovoidale, globosa od oblunga. I semi sono privi di endosperma oppure provvisti di endosperma carnoso (Myxopyreae) e normalmente sono sempre due, che spesso si riducono a uno solo per aborto sistematico del secondo seme (p.es. nelle olive).
Impollinazione: l’impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama: api, farfalle e mosche) o il vento (impollinazione anemogama soprattutto Fraxinus e Forestiera).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l’impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento – dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria) ma anche da uccelli e mammiferi (taxa con frutti carnosi).
Le specie di questa famiglia sono cosmopolite e vivono in habitat temperati e subtropicali (ma anche tropicali). Poche specie sono presenti nell’area mediterranea.