Rosa

Rosa L., 1753 è un genere della famiglia delle Rosacee che comprende circa 150 specie, originarie dell’Europa e dell’Asia.
Comprende specie cespugliose, sarmentose, rampicanti, striscianti, arbusti e alberelli a fiore grande o piccolo, a mazzetti, pannocchie o solitari, semplici o doppi, frutti ad achenio contenuti in un falso frutto (cinorrodo); le specie spontanee in Italia sono oltre 30, di cui ricordiamo la R. canina (la più comune), la R. gallica (poco comune nelle brughiere e luoghi sassosi), la R. glauca (frequente sulle Alpi), la R. pendulina (comune sulle Alpi e l’Appennino settentrionale) e la R. sempervirens.
Il nome generico deriva dal latino rosa, con tradizione dotta o semidotta (assenza di dittongo ascendente -uo- e pronuncia sonora della -s- anche nella parlata toscana), forse perché la tradizione della coltivazione di rose si era interrotta nell’Alto Medioevo ed era iniziata di nuovo in età carolingia. Il latino rosa non è di origine indoeuropea, anche se ci sono collegamenti con il greco antico Ϝρόδον wródon e l’iranico *wr̻d- (cfr. persiano gul), da cui l’armeno vard. È probabile un’origine mediterranea della parola, da una forma approssimativa wr(o)d(ya)-. Rosa è poi passato al celtico insulare (irlandese rós) e al germanico (anglosassone róse, alto tedesco antico rosa).
Le rose botaniche crescono spontanee, quasi sempre non rifiorenti. Producono molti polloni dando vita a cespugli aggrovigliati, con rami lunghi e flessibili. I fiori sono nelle tonalità del bianco e del rosa, solo nelle Foetida possono essere anche gialli.
Le rose antiche vengono classificate in base a parametri storici, botanici e genetici, con talvolta risultati discordanti a causa dell’origine spesso incerta. Le denominazioni indicate per i gruppi sono quelle utilizzate da Edward A. Bunyard in Old Garden Roses, del 1978, mentre tra parentesi è indicato il nome della specie capostipite. I colori delle rose antiche vanno dal bianco a tutte le tonalità di rosa, fino al cremisi e violetto. Spesso la fioritura è unica, ma opulenta.
1867: nasce la prima «rosa moderna», il primo Ibrido di Tea, ‘La France’; questa data si considera, per convenzione, una sorta di spartiacque tra le rose antiche e quelle moderne. I colori delle rose moderne abbracciano tutti quelli dello spettro, tranne il blu scuro. La rifiorenza di solito è prolungata fino all’autunno inoltrato.
Il cinorrodo della rosa è chiamato anche frutto, ma in realtà si tratta di un falso frutto, poiché deriva dall’ingrossamento del ricettacolo del fiore invece che dall’ovario. I veri frutti della rosa sono gli acheni, contenuti all’interno del cinorrodo. I cinorrodi, con forme, dimensioni e colori anche molto diversi da una specie all’altra, sono un elemento distintivo dal valore ornamentale.
Le spine, o aculei, possono avere forme e colori diversi a seconda della varietà e dell’età.
Giardinaggio: come pianta ornamentale nei giardini, per macchie di colore, bordure, alberelli, le sarmentose o rampicanti per ricoprire pergolati, tralicci o recinzioni, le specie nane dalle tinte brillanti e con fioriture prolungate per la coltivazione in vaso sui terrazzi o nei giardini rocciosi.
Industrialmente si coltivano le varietà a fusti eretti e fiori grandi, per la produzione del fiore reciso, che occupa in Italia circa 800 ettari, localizzati per oltre la metà in Liguria, il resto in Toscana, Campania e Puglia.
Uso in medicina: i petali vengono utilizzati per le proprietà medicinali, per l’estrazione dell’essenza di Rosa e degli aromi utilizzati in profumeria, nell’industria essenziera, nella cosmetica, pasticceria e liquoristica. È una delle basi immancabili più utilizzate in profumeria.
Come pianta medicinale si utilizzano oltre ai petali con proprietà astringenti, anche le foglie come antidiarroico, i frutti ricchi di vitamina C diuretici, sedativi, astringenti e vermifughi, i semi per l’azione antielmintica, e perfino le galle prodotte dagli insetti del genere Cynips ricche di tannini per le proprietà diuretiche e sudorifere.
In aromaterapia vengono attribuite all’olio di rosa proprietà afrodisiache, sedative, antidepressive, antidolorifiche, antisettiche, toniche del cuore, dello stomaco, del fegato, regolatrici del ciclo mestruale.
Uso in cucina: sono vari gli utilizzi delle rose in cucina, sia come elemento decorativo che come alimento, ma è importante che le piante non siano state trattate chimicamente. Ad esempio, le giovani foglie delle rose spontanee servono per la preparazione di un tè di rosa, i petali possono essere consumati in insalata, i frutti della rosa sono impiegati nella preparazione di confetture.
Profumeria e dermatologia: estratti di rose nobili trovano impiego in profumeria e dermatologia.
L’olio di rose è usato da tempo antichissimo, tanto che è ricordato nell’Iliade quando Afrodite cura le ferite di Ettore, ed era ottenuto tramite macerazione.
La distillazione ha origine principalmente in Persia, già nella prima metà del sec. IX d. C., fu introdotta nell’Europa occidentale da arabi e crociati.
La separazione dell’essenza di rose dall’acqua distillata fu eseguita per la prima volta in Europa, circa nel 1580, da Rossi e Della Porta.